"PADRE. HO PECCATO"
tecnica mista su lamiera - ottone, ferro, legno
(cm. 51 x 39)
2008
"NOI DUE"
tecnica mista su lamiera - ottone, vernici, specchi
(cm. 56 x 44)
2009
"LA DIGNITA' DEL 1°APRILE"
acrilico e tempera su tela
(cm.60 x 60)
2009
"LA SEDUZIONE DELLO STRILLONE"
decoupage su tela con lamiera di ottone e tecnica mista
(cm. 50 x 40)
2009
decoupage su tela con lamiera di ottone e tecnica mista
(cm. 50 x 40)
2009
"Spettacolo dell'architettura in costiera"
decoupage su tela con lamiera di ottone e tecnica mista
2009
decoupage su tela con lamiera di ottone e tecnica mista
2009
"Architettura per lo spettacolo in costiera"
decoupage su tela con lamiera di ottone e tecnica mista
cm. 47X40 2010
L'Auditorium di Ravello, disegnato da Oscar Niemeyer e caparbiamente voluto da Domenico De Masi, è un grande segno di umanità in un sito denso di peculiarità paesaggistiche.
L'Opera partecipa alla terza edizione del Premio Terna per l'arte contemporanea.
decoupage su tela con lamiera di ottone e tecnica mista
cm. 47X40 2010
L'Auditorium di Ravello, disegnato da Oscar Niemeyer e caparbiamente voluto da Domenico De Masi, è un grande segno di umanità in un sito denso di peculiarità paesaggistiche.
L'Opera partecipa alla terza edizione del Premio Terna per l'arte contemporanea.
"Oltre la maschera di Pulcinella"
tecnica mista (acrilici - specchi - ecc.) lamiera in ferro su piano in legno
cm 95x72 - 2009
L 'opera
Pulcinella. maschera napoletana (c'è anche quella disegnata da Giandomenico Tiepolo nel '700), dal naso adunco, grosso e a becco, protagonista anch'esso della Commedia dell'Arte, in questa opera, perde la maschera.
O meglio. La maschera si stacca e resta sospesa nello spazio.
Il volto si libera della vecchia maschera, quella nera, per diventare di un bianco candido. meno enigmatico, più vero, più puro, senza i suoi segreti. E perde anche la vena satirica e grottesca; diventa freddo e livido come il materiale sul quale è rappresentato.
Ciò che resta del volto viene occupato da una superficie specchiante e deformante.
E quel viso, o quella nuova maschera diventa altro, è diverso, come quella musica che viene recepita da ciascuno di noi in modo diverso dalle sensazioni ed emozioni differenti.
Pulcinella. nel nostro caso, per diventare pensante rinuncia alla maschera in senso metaforico e anche letterale.
Ma sulla forza inesauribile della maschera resta un solo riferimento: il punto rosso. Piccolo e intenso.
Di qui l'arte di far riflettere e di far credere, e non solo, cosa c'è, o si muove, sotto il Pulcinella di Vallone.
L'auspicio è che questo Pulcinella senza la maschera testimoni la capacità dell'Arte di rappresentare il vuoto nel quale cadiamo quando perdiamo la nostra identità. la nostra maschera. E che sensazione! Che sogno!
L'opera (cm 9.5 x 72 del 2009) è realizzata su una lamiera di ferro, fredda, livida, appena accarezzata dalla prima ruggine e poi vernici, acrilici, funi e lamiera specchiante – con la cosiddetta tecnica mista e su una via espressiva di nuovo sortilegio.
tecnica mista (acrilici - specchi - ecc.) lamiera in ferro su piano in legno
cm 95x72 - 2009
L 'opera
Pulcinella. maschera napoletana (c'è anche quella disegnata da Giandomenico Tiepolo nel '700), dal naso adunco, grosso e a becco, protagonista anch'esso della Commedia dell'Arte, in questa opera, perde la maschera.
O meglio. La maschera si stacca e resta sospesa nello spazio.
Il volto si libera della vecchia maschera, quella nera, per diventare di un bianco candido. meno enigmatico, più vero, più puro, senza i suoi segreti. E perde anche la vena satirica e grottesca; diventa freddo e livido come il materiale sul quale è rappresentato.
Ciò che resta del volto viene occupato da una superficie specchiante e deformante.
E quel viso, o quella nuova maschera diventa altro, è diverso, come quella musica che viene recepita da ciascuno di noi in modo diverso dalle sensazioni ed emozioni differenti.
Pulcinella. nel nostro caso, per diventare pensante rinuncia alla maschera in senso metaforico e anche letterale.
Ma sulla forza inesauribile della maschera resta un solo riferimento: il punto rosso. Piccolo e intenso.
Di qui l'arte di far riflettere e di far credere, e non solo, cosa c'è, o si muove, sotto il Pulcinella di Vallone.
L'auspicio è che questo Pulcinella senza la maschera testimoni la capacità dell'Arte di rappresentare il vuoto nel quale cadiamo quando perdiamo la nostra identità. la nostra maschera. E che sensazione! Che sogno!
L'opera (cm 9.5 x 72 del 2009) è realizzata su una lamiera di ferro, fredda, livida, appena accarezzata dalla prima ruggine e poi vernici, acrilici, funi e lamiera specchiante – con la cosiddetta tecnica mista e su una via espressiva di nuovo sortilegio.
Oltre la maschera di Pulcinella (particolare dell’opera)
Riproduzione dell’opera + frammenti
Nella trasposizione di esemplari numerati sia su tela "canvas" che su carta Paladina della Fabriano (230 g/mq) i due punti rossi vengono collegati da un filo di tempera acrilica. sino a diventare elementi di uno spazio virtuale (o topologico?) e poi cinque frammenti posti in alto, e tanti altri punti in sospensione che indicano ed esprimono, come tutte le maschere, l'allusione, la reticenza, l'ammiccamento e quindi l'espansione del pensiero.
Cinque volti in cinque riquadri – ma potrebbero essere anche di più e diversi per valore e caratterizzazione, interpreti di particolari fenomeni. Essi, intanto, dialogano tra di loro attraverso i punti sospesi e materializzano il battito della memoria in modo sempre diverso dall'altro. Così le maschere diventano tante, le linee si accavallano, precipitano l'una sull'altra, si incatenano, si deformano e si conformano, in continuità, con dinamismo.
Febbraio 2010
La versione in digitale e su carta Paladina in tredici esemplari – integrati singolarmente da tempera acrilica - sono stati presentati presso L’Auditorium Parco della Musica di Roma nello "spazio risonanze" dell'Accademia di Santa Cecilia, quale introduzione al Concerto in fa di George Gershwin.
Riproduzione dell’opera + frammenti
Nella trasposizione di esemplari numerati sia su tela "canvas" che su carta Paladina della Fabriano (230 g/mq) i due punti rossi vengono collegati da un filo di tempera acrilica. sino a diventare elementi di uno spazio virtuale (o topologico?) e poi cinque frammenti posti in alto, e tanti altri punti in sospensione che indicano ed esprimono, come tutte le maschere, l'allusione, la reticenza, l'ammiccamento e quindi l'espansione del pensiero.
Cinque volti in cinque riquadri – ma potrebbero essere anche di più e diversi per valore e caratterizzazione, interpreti di particolari fenomeni. Essi, intanto, dialogano tra di loro attraverso i punti sospesi e materializzano il battito della memoria in modo sempre diverso dall'altro. Così le maschere diventano tante, le linee si accavallano, precipitano l'una sull'altra, si incatenano, si deformano e si conformano, in continuità, con dinamismo.
Febbraio 2010
La versione in digitale e su carta Paladina in tredici esemplari – integrati singolarmente da tempera acrilica - sono stati presentati presso L’Auditorium Parco della Musica di Roma nello "spazio risonanze" dell'Accademia di Santa Cecilia, quale introduzione al Concerto in fa di George Gershwin.
"inSINDONE"
tecnica mista (acrilici,specchi,tela di lino, ecc.) lamiera in ferro su piano di legno
cm. 58 x 58 anno 2010
Notizie dal passato…
" Secondo i Vangeli il corpo di Gesù Cristo fu avvolto in un drappo di lino. Questo costituì dal sec. VII una delle principali reliquie che varie chiese si vantavano di possedere.
Celebre, conservata nel Duomo di Torino – è la sacra Sindone - proveniente dalla Francia ed entrata in possesso dei Savoia nel 1453.
E' costituita da un drappo di 4,36 x 1,10 mt., sembra databile al XIII-XIV sec. e reca impressa l'immagine di un corpo."
...nella contemporaneità
inSINDONE, è un'opera di ricerca, dal di "dentro", che cerca di leggere, per quanto possibile, la Sindone.
E' su lamiera di cm. 48 x 48 elaborata da un processo di taglio al plasma, trattata da un procedimento flammeo, ritagliata a spirale attorno ad un nucleo centrale, disegnata per inviluppare un viso tumefatto e sofferto.
Al termine si ha la sensazione che la lamiera rifletta una luce speciale. Il supporto in legno dorato di cm.58 x 58, sgranato da linee in verde smeraldo, assume un evidente valore simbolico; così come la macchia ematica, simile ad un tre e qualche grumo, che marchia la fronte.
E ancora, a completamento, è evidente un pezzo di drappo in lino, riavvolto, dal quale riemergono le poche impronte di un probabile sudario.
tecnica mista (acrilici,specchi,tela di lino, ecc.) lamiera in ferro su piano di legno
cm. 58 x 58 anno 2010
Notizie dal passato…
" Secondo i Vangeli il corpo di Gesù Cristo fu avvolto in un drappo di lino. Questo costituì dal sec. VII una delle principali reliquie che varie chiese si vantavano di possedere.
Celebre, conservata nel Duomo di Torino – è la sacra Sindone - proveniente dalla Francia ed entrata in possesso dei Savoia nel 1453.
E' costituita da un drappo di 4,36 x 1,10 mt., sembra databile al XIII-XIV sec. e reca impressa l'immagine di un corpo."
...nella contemporaneità
inSINDONE, è un'opera di ricerca, dal di "dentro", che cerca di leggere, per quanto possibile, la Sindone.
E' su lamiera di cm. 48 x 48 elaborata da un processo di taglio al plasma, trattata da un procedimento flammeo, ritagliata a spirale attorno ad un nucleo centrale, disegnata per inviluppare un viso tumefatto e sofferto.
Al termine si ha la sensazione che la lamiera rifletta una luce speciale. Il supporto in legno dorato di cm.58 x 58, sgranato da linee in verde smeraldo, assume un evidente valore simbolico; così come la macchia ematica, simile ad un tre e qualche grumo, che marchia la fronte.
E ancora, a completamento, è evidente un pezzo di drappo in lino, riavvolto, dal quale riemergono le poche impronte di un probabile sudario.
"inSINDONE"
particolari dell'opera
Riproduzione dell’opera + frammenti + colori
Nella trasposizione di esemplari numerati sia su carta Paladina della Fabriano (230 g/mq) che su tela "convas", l'opera viene rappresentata su una vecchia parete di intonaco fatiscente; nella parte superiore sono evidenti esemplari minimi su fondo bianco e in nero.
La manualità della tempera acrilica riconduce poi al colore e alle sue caratteristiche. Si inizia con una effusione di azzurro e blu, come il colore del mare e del cielo o, come la intendono i cinesi come simbolo della immortalità, dall'effetto rilassante e meditativo fino alla contemplazione e alla spiritualità. Per continuare con la punteggiatura in verde quale connessione con la natura, con la vegetazione e soprattutto con la vita. E infine compare il bianco con punti e margheritine: quel bianco che in Giappone è il colore della solitudine e che nell'arte paleocristiana evocava le vesti dei santi.
L'opera InSINDONE di Vincenzo VALLONE,
in occasione della Ostensione torinese del 2010,ha partecipato all'evento artistico INTERNAZIONALE ITALIA ARTE – 10/30 Aprile 2010 - Villa Gualino di TORINO VINCENZO VALLONE
Premio Pittura Internazionale Italia Arte 2010 - Villa Gualino - Torino
1° Premio (ex equo)
"InSINDONE"
Commovente, moderna, si capisce subito che Vincenzo Vallone dialoga con l'arte come con una musa inesauribile di idee, piacere, mistero. Anche in questa sacra rappresentazione, degna del Museo sindonico, il messaggio universale di dolore e speranza si consuma nella veste sanguinante del Cristo e dell'umanità. L'immagine del Cristo è incisa, intagliata nella lastra come nella storia, metafora della Sua presenza concreta, definitiva, ineludibile nel progetto di Salvezza dell'uomo.
Nell'opera di Vallone il telo sindonico è una presenza allusiva, "...si giocano, la Sua veste a dadi..., abbandonato e inchiodato anch'esso su una Croce moderna, che lascia la forma per rafforzare il simbolo e che raccoglie ai suoi piedi tutto il dolore e la miseria del mondo sanguinante.
L'immagine del Cristo di Vallone è un'icona contemporanea che svela il mistero del Salvatore, porta e passaggio a una dimensione altra, che conduce dalla vita terrena all'eternità.
Nella materia luminosa dell'opera, graffiata e violentata dalla sofferenza e dal segno, il riflesso dell'uomo che osserva il Cristo quasi si riflette nel volto del Salvatore e il Dio si fa nuovamente Uomo, come ogni volta che si spezza il pane sull'altare, in una continua trasposizione dell'immagine reale e di quella incisa.
(Guido Folco)
FLORENCE BIENNALE 2011
Chissà cosa prova a stare nella rete una BELLEZZA INFRANTA - 2011
cm. 53x40
SUL FILO BLEU TESO - 2011